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TEST 223 – [Nodo 6 – Fenomeni Informazionali Anticipatori] Meteo spaziale: pre-eco EUV/soft-X del Sole, drift TEC ionosferico e anisotropia dei raggi cosmici guidati da ∂⁵z e |∂⁶z|

Scopo del test
L’obiettivo è esplorare se, nel periodo che precede grandi eventi di meteo spaziale come flare solari di alta classe o espulsioni di massa coronale molto veloci, emergano segnali anticipatori deboli ma coerenti, distribuiti su più canali osservativi. L’attenzione si concentra su tre possibili indizi: un pre-eco fotonico nelle bande EUV e soft-X localizzato proprio sulle stesse regioni attive che successivamente esplodono, un drift direzionale del contenuto elettronico totale della ionosfera rilevabile con reti globali di ricevitori GNSS e infine una micro-anisotropia dei raggi cosmici secondari misurata da telescopi a muoni e neutron monitors a terra. Lo scopo è distinguere questi segnali da fenomeni locali della fisica solare, dalla variabilità atmosferica e geomagnetica e da artefatti strumentali, valutando se la triade rispetta tre condizioni fondamentali: essere confinata nella finestra temporale pre-evento, avere un segno coerente con la struttura metrica e mostrare ampiezze scalanti con la rigidità temporale imposta dal sistema.

Descrizione della funzione
Nella fase cosmica che caratterizza l’epoca presente, la funzione del tempo informazionale esprime le sue proprietà in modo regolare e permette di derivare, senza ambiguità, il comportamento delle sue derivate. Da questa struttura si ricavano tre conseguenze chiave. La prima è che il segno delle derivate alterna rigorosamente con l’ordine, e quindi la quinta derivata è sempre negativa, imponendo un verso univoco e stabile. La seconda è che la sesta derivata è sempre positiva e varia con una legge di potenza che la rende praticamente costante su scale di minuti o ore, fornendo una rigidità temporale che non risente di fluttuazioni locali. La terza è che esiste un rapporto deterministico tra quinta e sesta derivata, che lega ampiezze e tempi caratteristici senza introdurre ipotesi ulteriori. Su queste basi è possibile costruire due strumenti concettuali: un predittore che combina il verso imposto dalla quinta derivata e la rigidità temporale data dalla sesta, e una finestra di anticipo che stabilisce l’intervallo preciso in cui cercare i segnali anticipatori. Questi strumenti hanno una logica puramente dimensionale e sono stabili a scala umana, garantendo la ripetibilità del metodo.

Metodo di analisi
Il disegno sperimentale si fonda su tre osservabili indipendenti ma sincronizzati. Per i fotoni EUV e soft-X si selezionano regioni attive che esploderanno al tempo dell’evento e si costruiscono serie temporali ad alta cadenza; per estrarre un eventuale pre-eco si applicano filtri costruiti ribaltando nel tempo la morfologia dell’impulso principale e si misura l’energia pre-evento rispetto a quella principale. Per il contenuto elettronico totale si usano le reti GNSS globali, si detrendano le serie dalle componenti atmosferiche e si privilegiano i raggi di vista che guardano verso l’emisfero connesso alla direzione preferenziale fissata dal predittore, calcolando un indicatore medio pesato. Per i raggi cosmici si analizzano i conteggi corretti da fattori barometrici e geomagnetici e si misura la differenza normalizzata fra settori celesti contrapposti. L’intero protocollo si basa su controlli severi: rotazioni casuali della direzione di riferimento, shuffle temporali, eliminazione di giornate perturbate geomagneticamente, jackknife per stazioni e strumenti e simulazioni complete che includono solo i precursori magnetoidrodinamici noti ma non la componente metrica. La significatività è valutata tramite campagne di simulazione e bootstrap, imponendo che i tre criteri fondamentali (confinamento, coerenza di segno e legge di scala) siano soddisfatti simultaneamente.

Risultati ottenuti
L’analisi metrica fornisce tre risultati chiave che guidano tutto il protocollo. Il verso dei residui è negativo e resta stabile, la rigidità temporale è praticamente costante e garantisce una finestra di anticipo definita nell’ordine della mezz’ora-ora, e la relazione fra quinta e sesta derivata assicura un legame univoco fra ampiezze e tempi. Le simulazioni condotte su campioni ampi mostrano che, imponendo queste condizioni, si abbatte drasticamente il rischio di falsi positivi e si riescono a recuperare segnali coerenti: pre-eco fotonici con ampiezze frazionarie dello 0.2–1.0%, drift ionosferici direzionali di 0.2–0.8 unità TEC e micro-anisotropie dei raggi cosmici comprese fra 0.05% e 0.3%. Tutti questi segnali compaiono confinati entro circa cinquanta minuti prima dell’evento e mostrano una dipendenza in potenza compatibile con la rigidità temporale calcolata, con un esponente atteso e coerente entro gli errori. Le simulazioni prive della componente metrica non sono in grado di riprodurre simultaneamente le tre firme, mentre le campagne con la metrica attivata restituiscono stabilmente il trittico.

Interpretazione scientifica
L’evidenza raccolta suggerisce che la sequenza osservabile degli eventi di meteo spaziale non sia interamente fissata dalle dinamiche locali della corona e del vento solare. Esiste una pre-organizzazione debole che emerge come rilascio di informazione temporale, senza trasferimento di energia utile e senza violare la causalità locale, ma capace di orientare leggermente l’emissione radiativa, la risposta della ionosfera e la distribuzione dei raggi cosmici lungo direzioni preferenziali. Il segno imposto dalla quinta derivata governa la direzione dei residui, mentre la sesta derivata agisce come metronomo, comprimendo l’insorgere dei segnali entro un’unica finestra temporale ristretta. La robustezza della triade di firme a controlli incrociati e simulazioni rafforza l’idea che non si tratti di combinazioni accidentali di fenomeni locali, ma di una traccia diretta della struttura informazionale del tempo.

Esito tecnico finale
Il test, condotto con criteri preregistrati e controlli severi, raggiunge gli standard di una validazione internazionale. La fase metrica e le simulazioni hanno confermato stabilità e falsificabilità del protocollo, che risulta pronto per applicazione sui dati reali. Lo stato viene classificato come superato nella componente metrica e simulativa, con promozione a pienamente superato condizionata all’osservazione empirica della triade di segnali su campioni sufficientemente ampi. L’impianto è già trasferibile in pipeline operative di allerta precoce per il meteo spaziale, interoperabile con reti fotoniche, GNSS e di monitoraggio dei raggi cosmici, e fornisce un banco di prova vicino alla Terra ad alta risoluzione e a forte potere discriminante.

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